Si sa, la politica è spesso molto distante dall’ideologia, dai principi e dalla retorica. Accade dunque che al congresso del partito tunisino al Nahda, vincitore delle prime elezioni dopo la caduta del presidente Ben Ali, sia presente una delegazione del movimento sciita libanese Hezbollah.
Numerosi gli invitati stranieri per il primo congresso dopo 24 anni del movimento guidato da Rashid Ghannushi. Tra questi figurano Khaled Meshaal, capo dell’ufficio politico in esilio di Hamas, e una delegazione di Hezbollah guidata – come riferisce il quotidiano beirutino as Safir - dallo shaykh Hasan Izz ad Din, responsabile delle relazioni arabe.
Secondo il giornale, che ha tradizionalmente ottime entrature con Hezbollah, accolti a Tunisi i responsabili del Partito hanno parlato con i vertici di al Nahda della “questione palestinese, del ruolo della Resistenza e della questione siriana”.
Peccato però che Hezbollah sostenga in modo esplicito la repressione attuata da Damasco e al Nahda abbia invece più volte auspicato la caduta del regime sull’onda delle rivolte arabe scoppiate proprio a Tunisi. E as Safir ammette: “Sulla Siria le due parti non sono d’accordo”.